Shlomo, Genesio e Bertha e si ritrovano a molo n. 5 di Genova per prendere la nave che li porterà a Buenos Aires per sottrarsi all'imminente ecatombe nazista. Nell'attesa suonano e cantano improvvisando uno spettacolo per le persone che attendono con loro, in realtà per il pubblico in sala, che a un certo punto vien coinvolto direttamente. Cantano e raccontano storie e leggende (sic!) della cultura ebraica, tramite le quali le esperienze personali assumono una nuova luce, gettano una nuova ombra sulle esistenze di ognuna e ognuno di loro.
Pa’am Achat…Una volta offre un florilegio di canzoni klezmer, tradizionali e scritte appositamente per lo spettacolo, con l'ausilio della sola chitarra acustica, magnificamente suonata da Renato Spadari, e della voce ampia di Emanuele Scataglini e da quella timida di Barbara Rosenberg.
Nonostante la drammaturgia sia poco più di un canovaccio, un pretesto più che un contesto, e nonostante la regia impacciata e imbolsita un po' come i suoi interpreti, lo spettacolo arriva diritto al cuore del pubblico, rieuscendo a restituire sensazioni, emozioni, caratteristiche e urgenze di una cultura (però ci vuole coraggio a chiamare leggende le storie raccontate nella Bibbia...) che ha saputo sopravvivere all'inimaginabile e magari canta del senso di colpa per essere rimasto vivo....
Una cultura umana in un'epoca in cui nessuno e nessuna sembrava più esserlo.
Modesto e immenso, Pa’am Achat… ti tocca il cuore e resta lì, venendo a casa con te.
ROMA FRINGE FESTIVAL 2014 - Pa’am Achat